![]() RECANATI VI E VII EDIZIONE
“Interessante la commistione tra melodia napoletana e musica per bande che portano i napoletani Andreasbanda” La Repubblica domenica 9 aprile 1995 “Tra i più interessanti il collettivo napoletano Andreasbanda, vigoroso e divertente” Il Mattino 8 aprile 1995 “E’ napoletano ha 34 anni, si chiama Andrea Campese. Ha vinto il Premio Recanati, che ogni anno viene assegnato da una giuria composta da poeti laureati, come Caproni e Luzi, e da capi storici della canzone d’autore di ieri e di oggi: Paoli, Dalla, Baglioni, Jovanotti. Tutti stregati da un suo brano:Filastrocca degli anni a venire. La Repubblica 18 1 1995 “Una canzone per imparare a crescere nel modo migliore. Ecco come Andrea Campese ha conquistato la giuria della sesta edizione del Premio Recanati” Il Mattino 9 3 1995 “Parlando dei gruppi, Andreasbanda (band di sei capeggiata dal napoletano Andrea Campese) troviamo la musica etnica intesa non solo come recupero della canzone in dialetto, ma anche come momento di sintesi di esperienze diverse, inclusa la musica da banda” Liberazione 11 4 1995 “Abbiamo visto anche il singolarissimo gruppo napoletano Andreasbanda” La Repubblica 11 5 1996 VEDI ALLA VOCE BANDA
“Gli Andreasbanda che hanno vinto l’edizione 1995 del Premio Recanati e che all’edizione di quest’anno hanno riscosso un notevole successo, dal vivo presentano uno spettacolo leggero, ricco d’ironia, con canzoni che prendono subito, quasi a dimostrare una grande voglia di comunicazione” La Città 15 5 1996 “Il loro sound è nuovo, inconfondibile.Sapientemente consci dell’estrema duttilità della forma canzone di matrice italiana e della sua versatilità, sono riusciti ad intraprendere un lavoro di “cross-over di periferia” rivolgendo la loro attenzione verso forme musicali non usuali.” Il Giornale di Napoli 14 5 1996 “La celebre etichetta pubblicherà il disco d’esordio degli Andreasbanda, gruppo che predilige i toni mitteleuropei, mescolando con abili dosaggi creativi valzer, musica bandistica e canzone d’autore” La Repubblica 9 4 1996 “VEDI ALLA VOCE BANDA è un gustosissimo pastiche di mazurke e beguine con incroci che prediligono sonorità tipicamente italiane, modulazioni ardite e imprevedibili, balli sardi. La voce di Campese è calda e mediterranea e tutto il progetto conosce la levità della scrittura e degli arrangiamenti senza abdicare all’impegno.” Il Manifesto 9 6 1996 “Se il suono campano prossimo venturo è quello degli Andreasbanda allora è proustiano, colto, citazionista, ironico, strapaesano, canzonettaro,ancora alla ricerca della melodia leggere che più leggera non c’è, della frase vincente, del guizzo che ti fulmina.” Il Mattino 21 5 1996 “Se c’è una cosa che questo disco dimostra è che l’arguto Andrea Campese i testi li sa scrivere davvero, tra mille riferimenti letterari e stralunate invenzioni poetiche.” La Città 1 6 1996 “Andreasbanda: un’esplosiva miscela di rock elettronico e musica da banda: marce, mazurke, testi raffinati e pieni di ironia” Tutto Musica marzo 1996 “Gli Andreasbanda escono da Recanati 95 con una ricerca all’interno della tradizione folklorica europea.Vedi alla voce banda conserva ancora intatto il fascino di marce e mazurke, nella magia di un repertorio senza nomi ma ricco di “terra”. Ben temperata la voce di Andrea Campese. Spicca Filastrocca degli anni a venire, ballata triste su quello che è inutile prevedere, bello o brutto che sia, semina o ruga che sia.” La Repubblica “Musica!” 20 6 1996 “Una fusione di generi, stili ed intenzioni che ben assortite fra di loro, dalle marcette (Eroi) alle ballate (Giorni), dal nuovo Ska mediterraneo (E’ consentito) alle vocazioni acustiche un po’ favolistiche di brani come Cruciverba si rigenerano continuamente, grazie ad un uso dei testi mai banale ed intelligente, dove uno spacco generazionale esce fuori tagliente e veritiero, fuori da ogni facile retorica.” Fuoribattuta maggio 1997 D’ALTRO CANTO
“Testi sempre acuti, irriverenti e anche sarcastici, giocati su assonanze e calembour a volte irresistibili. E musiche segnate da un’ispirazione autentica ed estrosa: tra il classico e il popolare, sempre con un forte segno d’autore” La Repubblica 13 6 2003 “Andrea, autore e voce solista, si avvale di una straordinaria mimica attoriale. La musica di ricerca, una forma-canzone raffinata, ironica e ricca di stilemi europei, si esprime attraverso i colori di rumbe, mazurke, milonghe.” Il Brigante on line 6 6 2003 “ Il capitolo più bello dell’intero CD è senza dubbio “Scatole cinesi”: la delicatezza della chitarra fornisce l’intelaiatura del canto sommesso e discreto del cantautore napoletano contrappuntato dal clarinetto di Michele Grieco.” L’Isola che non c’era novembre 2003 “L’impatto comunicativo delle 14 tracce del cd è fortissimo e immediato e potrebbe regalarci un “caso” nazionale. Le premesse ci sono tutte: il cantautore rivela una cultura variegata e profonda. Ama Trenet, e lo si sente nei tanti brani su tempi veloci, su cui ricama melodie ottimiste, ironiche, apparentemente gioiose ma dal retrogusto amaro, che evocano la malinconia del perdente.” Il Giornale della Musica settembre 2003 “A farla da padrona sono i testi di Campese ma non va trascurato il brioso supporto sonoro della Sbanda fatto di reggae, pop, folk e altro ancora (Genesis?).” La voce di Soccavo luglio 2003 “Un prodotto di qualità: canzone d’autore ironica, saltellante, post-moderna e post Avion Travel per l’ex leader degli Andreasbanda che arruola Fausto Cigliano e Daniele Sepe.” Il Mattino 27 maggio 2003 DICHIARAZIONI - CONCERTI -MIRACOLI DELLA STAMPA Horacio Duran (Intillimani):”Ho sempre seguito la produzione di Andrea, siamo amici da più di venti anni. Conosco bene i suoi due CD, secondo me è uno dei più interessanti cantautori del momento. I suoi testi sono particolarmente curati, ad ascoltarli fanno quasi male: contengono troppe verità.” La Repubblica 3 dicembre 2004 Fausto Cigliano:”Andrea Campese è un musicista vero. Ha fatto un bel disco, D’Altro Canto. Mi ha chiesto di scegliere una canzone per un duetto e io non ho avuto problemi. Il brano si chiama “Chi ha torto e chi ha ragione”. La Repubblica 8 agosto 2003 “Musiche d’autore l’altra sera al Sancarluccio per il concerto di Andrea Campese & Sbanda e Horacio Duran degli Inti Illimani. Musiche che, senza alcuna nostalgia, sono in grado di emozionare e dimostrano di possedere una viva freschezza compositiva. Brani molto belli come “Tata San Juan” o “Il mercato di Testaccio” si intersecano con armonia col repertorio tratteggiato da Andrea Campese e dalla sua vivace Sbanda. Bel concerto. La Repubblica 5 dicembre 2004 “Abbiamo Assistito al sound fresco e leggero di Andrea Campese & Sbanda, seguito dal gruppo mediterraneo XDarawish” La Repubblica 17 9 1999 “Un vero spasso ascoltare Boum e Je chante di Trenet cantate da uno chansonnier napoletano. Andrea Campese ha dedicato la prima parte del suo concerto al compositore francese con una vena giusta, fatta di ironia e di malinconia. Nella seconda parte le novità del suo prossimo disco di cui ancora si conosce poco, ma la canzone “Scatole cinesi” dà l’idea della stessa leggerezza ed insieme profondità del primo CD.” La Repubblica “Musica!” 22 5 1999 “Andrea Campese e la sua teatralizzazione “benignesca” Roma 8 11 2005 “Andrea Campese & la sua Sbanda hanno riportato i versi sulle note amalgamando pop e musica colta sotto un mantello ironico.” Il Mattino 16 6 2006 SOTTOSOPRA
“Raccontare, con le parole cantate e recitate, le storie di “molti indifferenti e pochi differenti” è lo scopo di Andrea Campese e Franco Zaccaro. Calciatori sfortunati, borghesi delusi, passanti distratti, contadini fucilati sono i protagonisti di vite amare, che a volte sembrano non avere senso. Ma il senso c’è, ed rimane fisso nella frammentarietà delle esistenze e delle voci che si inseguono, si evitano, si incontrano, si lasciano.Con le percussioni, con la chitarra, con il piano, il ritmo è compagno incalzante, caldo, ma discreto, di mille racconti. L’ironia permette di viaggiare tra disagi e delusioni, ingiustizie e tradimenti senza cadere nella retorica.” Roma 2 2 2003 “Sottosopra è stato realizzato da Andrea Campese & Sbanda e Franco Zaccaro. Il riscontro positivo è stato immediato: il pubblico ha gradito la formula scelta per proporre le riflessioni sulla oppressione, sulla guerra oppure semplicemente sul vissuto quotidiano della gente.” La Voce di Soccavo Novembre 2003 ![]() |